Multati dalla Municipale, accusati di non aver rispettato le disposizioni sulle chiusure. Ma loro non ci stanno, annunciano ricorsi e sono pronti a ripartire, appena sarà possibile. Una delle palestre sanzionate nei giorni scorsi dal Comune di Firenze, la “Evolution” di via Lulli a Novoli, annuncia battaglia.
Dal 26 ottobre stavano svolgendo la loro attività all’aperto dopo le chiusure disposte dal Dpcm del governo. “Per diversi giorni sono venuti a controllarci e non ci avevano obiettato nulla, facevamo allenamenti individuali e corsi per un massimo di dieci persone distanziate in una corte esterna che abbiamo appositamente attrezzato”, spiega uno dei proprietari della palestra, Francesco Bellacci.
“Poi – aggiunge – sabato scorso sono venuti a multarci senza saper spiegare perché ma specificando che la sanzione era riferita all’attività all’aperto verificata nei giorni precedenti”.
Dalla palestra sostengono che questo tipo di attività fossero permesse, almeno da quanto dedotto dal complicato slalom fra le norme stabilite: “Il Dpcm prevede che l’attività individuale all’aperto, con il dovuto distanziamento, sia consentita. Un’attività con 10 persone distanziate rientra nell’attività individuale”, sostiene Bellacci.
Così non hanno pagato la multa ed anzi hanno sporto ricorso al Prefetto, come previsto in casi del genere: “Prima di fare ricorso ho chiamato la Municipale chiedendo se fossero sicuri: alla luce di quanto previsto dalle descrizioni fornite dal governo ho dato la possibilità loro di tornare indietro sulla multa. – sottolinea – Invece sono convinti di aver ragione, anche se nel merito non hanno saputo rispondere a nulla”.
Non solo. La palestra è pronta, quando la Toscana tornerà a colorarsi di arancione o meglio ancora di giallo, a riprendere la propria attività all’aperto. “E’ una pratica consentita: – ribadisce – adesso è scattata la zona rossa e non è più possibile svolgerla, ma quando la situazione migliorarà riapriremo”.
I proprietari, dunque, vanno avanti. Anche perché non gli sono ancora andati giù quei controlli effettuati nei giorni precedenti la chiusura delle strutture interne, dei quali nessuno ha più saputo l’esito: “Non hanno trovato nulla”, prosegue Bellacci.
Le palestre, insieme a negozi e attività di ristorazione, si annoverano ad ogni titolo fra le attività su cui decisioni del governo incideranno pesantemente. Ad essere penalizzati, oltre agli imprenditori, anche i tanti giovani operatori del fitness senza lavoro e gli stessi clienti che fanno sport, spesso, per restare in forma.