I progetti anche nel lungo periodo di lockdown sono stati attivi, garantendo attraverso il web l’ascolto a chiunque avesse l’esigenza in modo da dare risposte e rassicurazioni alle necessità contingenti delle famiglie ed in particolare di persone singole e straniere.
Si tratta di aiuti rivolti prevalentemente alle famiglie residenti nel territorio, proprio per ricordare che ARCI Liguria non si abbandona nessuno, ed è rivolta a tutti coloro che versano in condizione di grave disagio.
In Liguria, come nel resto dell’Italia si registra un drammatico aumento della povertà a seguito della pandemia, inoltre l’emergenza sanitaria nel territorio ha aumentato le problematicità di chi già era in difficoltà.
In particolare ha colpito in modo rilevante i lavoratori del settore ‘intrattenimento’, gli studenti universitari stranieri che non riuscivano a entrare dai loro paesi, anch’essi in lockdown, i nuclei familiari monoreddito in cui la cassa integrazione non è stata versata in tempo di bisogno, i migranti tra cui i richiedenti asilo fuoriusciti dai progetti di accoglienza e coloro che sopravvivevano con piccoli lavori in nero.
La pandemia è una valida occasione per rafforzare le reti di solidarietà.
E’ nell’emergenza, come ha saputo dimostrare Arci, che si amplifica la sinergia delle risorse messe a disposizione; il poco può diventare tanto e la solidarietà ancor più se messa in rete con altre possibilità può diventare quel valore aggiunto a cui nessuno vuole rinunciare a contribuire, divenendo parte della propria essenza.
L’emergenza sanitaria che viaggia di pari passo con l’emergenza socio-economica ha cambiato il quadro sociale, spostando migliaia di nuclei familiari dentro il limite della povertà.
claudia bortolotti