Un comportamento, il suo, che ha spinto Zaia a segnalarlo alla Procura di Vicenza per valutare eventuali profili di colpevolezza da parte della persona che, pur sapendo di essere positivo, ha diffuso il contagio nella regione. Non solo: i quattro veneti che hanno viaggiato nella stessa auto al rientro dalla Serbia “non avevano addosso la mascherina”, ha precisato il governatore. “E oggi la Serbia, Belgrado, – ha aggiunto – è entrata in lockdown”.
“Ieri abbiamo parlato di un cluster, di un focolaio, con 5 positivi. Nonostante qualcuno abbia buttato benzina sul fuoco, ricordo che abbiamo importato il virus da una persona che è andata in Serbia e ce lo ha riportato” ha detto Zaia. “Il Veneto non ha mai ripreso l’onda dei contagi. Vedo che c’è una sorta di volontà a livello nazionale che non è tanto coerente con quanto accaduto. Il virus non è nato in Veneto”
“Io non ho parlato di restrizioni rispetto alla libertà dei cittadini – ha detto ancora Zaia – porterò un’ordinanza sugli isolamenti domiciliari per essere ancora più efficace nel controllo di chi ha il virus e che non deve andare in giro ad infettare qualcun altro. Non faremo lockdown o altre menate, qualcuno si diverte a dare fake news”. “Se il positivo esce di casa può prendersi fino a 18 mesi di reclusione e fino a 5mila euro di multa. Per colui che non è positivo ed è in isolamento, la multa massima è 1.000 euro. Zaia vuole usare il Tso per i matti? Nelle epidemie, il trattamento sanitario obbligatorio si può fare in casi particolari. Nel caso del paziente che non vuole stare in ospedale, in teoria dovremmo farlo con il permesso del sindaco”, ha aggiunto.