In previsione dell’assenteismo per il referendum divorzio Venezia-Mestre, è stato chiamato in causa il Tar.
Prima di andare a votare per la divisione Venezia-Mestre, è già arrivato un ricorso sul quorum. Lo ha notificato ieri al Tar via posta elettronica certificata l’avvocato Marco Sitran, presidente del comitato autonomista veneziano Due Grandi Città.
I Comitati autonomisti avevano deciso in realtà di attendere l’esito per un eventuale ricorso sul quorum. Tuttavia, l’avvocato Sitran ha preferito notirficarlo in via precauzionale.
La base legislativa è l’articolo 6 della legge regionale 25 del 1992, che recita: “I risultati dei referendum sulla variazione delle circoscrizioni comunali sono valutati sia nel loro risultato complessivo sia sulla base degli esiti distinti per ciascuna parte del territorio diversamente interessata e nel caso di variazione delle circoscrizioni comunali per fusione di comuni ai sensi della lettera d) del comma 1 dell’articolo 3, anche sulla base della partecipazione alla consultazione referendaria”.
Come spiegato da Sitran: “Vuol dire che il voto di Venezia dovrà avere non solo valore politico ma anche giuridico. Il consiglio regionale dovrebbe tenerne conto e istituire per legge i due Comuni”.
L’articolo si riferisce alle fusioni dei comuni, per le quali non è previsto il quorum. Diverso è il caso delle divisioni. “La ratio è chiara: solo per le fusioni si deve considerare come parametro di valutazione politica la partecipazione, perché lì non è richiesto quorum – scandisce il comitato unionista Una e Unica – negli altri casi no, perché la partecipazione, ovvero il quorum, è già data, come conditio sine qua non”.