L’ambasciatore siriano all’ONU si è scagliato contro le misure politiche ed economiche coercitive degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
Bashar al-Jaafari, ambasciatore siriano all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), ha criticato pesantemente l’operato degli Stati Uniti e dell’Unione Europea verso la Siria. Il cuore della denuncia sono le misure economiche unilaterali coercitive adottate dalle due superpotenze, che alimenterebbero la contraddizione tra la politica anti-siriana e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC). Il discorso, pronunciato durante una conferenza stampa a seguito del dodicesimo ciclo di consultazioni sulla pace in Siria a Nur-Sultan, in Kazakistan, ha sottolineato come “queste misure sono terrorismo economico, che si aggiungono al terrorismo politico attuato da quegli stessi paesi”.
Da annoverare alla lista sotto accusa sono le sanzioni contro Damasco attuate dall’inizio della crisi siriana. Con la scusa di punire le violazioni dei diritti umani e le repressioni delle proteste, l’Europa e gli Stati Uniti starebbero peggiorando la situazione, anziché migliorarla. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le stesse Nazioni Unite hanno confermato che gli embarghi non fanno che aggravare la situazione umanitaria in Siria. Nella stessa occasione, Mosca, Teheran e Ankara hanno ribadito la necessità e il loro impegno a mantenere la sovranità territoriale della Siria, sottolineando l’urgenza di eliminare le cellule terroristiche nel paese.