Papa Francesco fino a venerdì prossimo sarà impegnato ad Ariccia, per gli annuali esercizi spirituali in vista della Quaresima, insieme ai vertici della Curia romana.
Durante i primi cinque anni di pontificato ha sicuramente stretto numerose amicizie, ma ha anche attirato l’attenzione di diversi oppositori. I primi si manifestarono nel momento in cui si levò la fumata bianca, quando Jorge Mario Bergoglio rifiutò i segni della regalità pontificia.
Papa Francesco non dimentica che la sua elezione è stata resa possibile dalle dimissioni del suo predecessore, Benedetto XVI. Recentemente l’ex pontefice gli ha scritto una lettera nella quale lo giudica un uomo pratico, a differenza di se stesso, il quale è un teorico della teologia, inadatto a comprendere la vita del cristiano moderno.
Si sono invece moltiplicati i nemici presso la Curia romana: diversi cardinali accusano il papa per le riforme pesanti, lo definiscono desacralizzante, marxista, eretico e populista. Raymond Leo Burke si è dichiarato più volte restio nel sostenere le decisioni papali, Carlo Caffarra, Walter Brandmüller e Joachim Meisner insieme a Burke, si sono opposti alle aperture ai divorziati risposati.
Aumentano le critiche quando il Papa attacca il lusso dei cardinali, vescovi, preti e suore che usano mezzi di trasporto costosi ed amano la vita agiata. Nemici di Bergoglio sono anche i politici corrotti, coloro che sfruttano le persone facendole lavorare in nero, chi percepisce tangenti. Il Papa spesso ricorda, suscitando ulteriori critiche curiali, che la corruzione è presente anche nel Vaticano.
Papa Francesco non teme l’isolamento, persiste nelle riforme per bonificare lo Ior (luogo dove il Vaticano ricicla i soldi sporchi) e lotta fermamente contro la piaga della pedofilia del clero.