Julen si trova un pozzo di 23 centimetri di diametro e 110 metri di profondità
Tragica la situazione che si sta delineando a Totalán, nei pressi di Malaga, in Spagna dove un bambino di due anni è caduto in un pozzo da quattro giorni. Si fanno sempre più deboli le speranze che Julen sia ancora vivo e, come se non bastasse, il primo tentativo di recupero è andato fallito. Il piccolo si trova in un pozzo di 23 centimetri di diametro e di 110 metri di profondità.
Gli speleologi spagnoli sono convinti che ci sia ancora la possibilità che Julen possa essere vivo: «La conformazione delle rocce sotterranee fa sì che l’aria circoli anche in profondità, quindi il bimbo potrebbe respirare senza problemi». L’unica soluzione ritenuta possibile per tirarlo fuori è quella che i vigili del fuoco stanno attuando, ossia scavare due tunnel, uno verticale e l’altro parallelo al pozzo, di un metro e venti centimetri di larghezza, fino ad una profondità di 50 metri. Una volta raggiunto quel punto, i soccorritori continueranno a scavare manualmente, facendosi via via la strada per arrivare a Julen, che secondo i calcoli si troverebbe a circa 80 metri di profondità. Nel frattempo il pozzo verrà intubato e rafforzate le pareti, in modo che non ci siano cedimenti. Da domenica un centinaio di soccorritori, aiutati da ingegneri e tecnici specializzati nel salvataggio da miniere e caverne, lavorano senza sosta.
La mamma e il papà di Julen sono rimasti sul luogo dell’incidente, senza mai allontanarsi, da domenica. La coppia aveva già perso il primogenito di 3 anni, Oliver, nel 2007 ed è disperata all’idea di perdere nuovamente un figlio. Si appellano alla speranza: «Abbiamo un angelo in cielo, aiuterà mio figlio a uscire vivo di lì». Intere comunità, giunte anche dai paesi vicini, si sono strette attorno ai genitori, con striscioni e slogan di supporto. Martedì sera sono arrivati gli specialisti della società di geolocalizzazione svedese Stockholm Precision Tools AB, che contribuì a salvare i 33 minatori intrappolati per 69 giorni nel nord del Cile, nel 2010.