Sergio Mattarella è intervenuto in merito allo sbarco dalla nave Diciotti. Giuseppe Conte ha autorizzato lo sbarco dei migranti, scavalcando Matteo Salvini.
Un conto è impedire lo sbarco a navi delle Organizzazioni Non Governative (“La nave ONG non attracca”, ha già detto Salvini). Ben altra questione è impedirlo alle navi italiane, soprattutto se si tratta di una nave militare della Guardia costiera italiana. L’imbarcazione in questione è la Diciotti, che nelle ultime ore ha ricevuto l’autorizzazione ad attraccare nel porto di Trapani, consentendo lo sbarco dei 67 migranti a bordo. Inizialmente, il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini non aveva dato alla Diciotti il permesso di attraccare. La situazione si è sbloccata dopo l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha contattato il premier Giuseppe Conte. In seguito allo scambio tra il Capo dello Stato e il Capo del Governo, quest’ultimo ha ordinato lo sbarco dei 67 migranti.
Il motivo dell’iniziale rifiuto del Ministro degli Interni, sulla scia della politica del #chiudiamoiporti, erano i presunti comportamenti violenti tenuti da due dei migranti a bordo della Diciotti. Il sudanese Ibrahim Bushara e il ghanese Hamid Ibrahim avrebbero minacciato e aggredito membri dell’equipaggio della Vos Thalassa, nave che li aveva soccorsi all’interno della SAR libica. Dopo il soccorso, la Vos Thalassa si stava dirigendo di nuovo a sud, verso la Libia. I migranti, muniti di GPS, hanno chiesto spiegazioni in modo agitato e nervoso, “spintonando” l’ufficiale e “minacciandolo”. Lunedì sera il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha autorizzato il trasferimento dei 67 migranti dalla Vos Thalassa alla Diciotti “per motivi di ordine pubblico”.
Per la prima volta, è stato impedito lo sbarco a una nave italiana. Salvini chiedeva che i migranti “scendessero in manette”.
“Sto aspettando di sapere se sulla nave Diciotti ci sono delinquenti e chi sono esattamente. Da ministro e da cittadino, prima di far sbarcare qualcuno, vorrei sapere di chi si tratta”, ha scritto Salvini sui social. Tuttavia, in base alle norme del diritto internazionale, la nave Diciotti è già territorio italiano, e a bordo di applicano le leggi italiane. Era perciò impossibile respingere la Diciotti e impedirle lo sbarco. “Non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che i delinquenti finiscano in galera”, aveva detto sempre Salvini, al termine di un incontro con Giuseppe Conte e i ministri Toninelli (Trasporti), Trenta (Difesa) ed Milanesi (Esteri). È bene specificare, però, che non è il Ministero degli Interni a decidere arbitrariamente chi va in galera e chi no. Lo decide un giudice, dopo un equo processo. Le parole di Salvini sono perciò da intendersi come un pungo alzato, suggestivo per chi guarda, ma, a ben vedere, vuoto.
Da Innsbruck, dove si trovava per la riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea, Salvini aveva ribadito la sua linea intransigente. “Qualcuno prende in giro gli italiani e ci sono solo due ipotesi. O prendono in giro gli italiani gli immigrati, che hanno aggredito e lo smentiscono, e le autorità, che in caso di aggressione devono intervenire di conseguenza. Oppure ha mentito qualcuno che ha denunciato una violenza che non c’è stata”. Il riferimento è all’equipaggio della nave Vos Thalassa, che ha richiesto l’intervento della Guardia Costiera italiana per gestire la situazione a bordo. “Se qualcuno ha mentito deve pagare. Se sono stati gli immigrati scendono in manette, se sono stati i marinai che hanno esagerato, pagano civilmente e penalmente”, ha aggiunto. La confusione di Salvini è, in fondo, comprensibile. Negli scorsi giorni le informazioni su quanto accaduto a bordo della Vos Thalassa sono state confuse, ritrattate, modificate, confermate. È sicuramente una vicenda su cui bisognerà far luce, ora che non ci sono vite umane in ballo.
L’intervento di Mattarella, la telefonata con Giuseppe Conte e lo sbarco a Trapani.
Matteo Salvini ha concluso l’intervento in merito alla Diciotti da Innsbruck mettendo le mani avanti. “Da Ministro dell’Interno, da Vicepresidente del Consiglio e da papà non autorizzo nessuno a scendere. Se qualcuno lo farà al mio posto, se ne assumerà la responsabilità morale, giuridica e politica”. E in effetti sembra essere andata proprio così. Al protrarsi della situazione di stallo sulla questione Diciotti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra essere intervenuto come un deus ex machina. Il Capo dello Stato ha telefonato al premier Giuseppe Conte per avere informazioni sulla nave della Guardia costiera, che nel frattempo si era fermata nel porto di Trapani senza che i passeggeri potessero scendere. Conte ha rassicurato Mattarella, secondo fonti governative, e poco dopo ha autorizzato lo sbarco dei 67 migranti.
Il Viminale, comunica, ha vissuto con “stupore” l’intervento di Mattarella. Tuttavia, non sono mancati sui social i festeggiamenti del Leader della Lega: “Due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. È finita la pacchia!”. I due presunti responsabili dei disordini a bordo della Vos Thalassa, il sudanese Ibrahim Bushara e il ghanese Hamid Ibrahim, sono indagati per violenza privata in concorso continuata e aggravata. La polizia ha già escluso il reato di dirottamento, il più grave dei crimini ipotizzati. Salvini ha promesso ai microfoni di RTL 102.5 che andrà fino in fondo alla vicenda Diciotti finché qualcuno non sarà assicurato alla giustizia. “Possono dire, fare, insultare, minacciare o scrivere quello che vogliono ma io tiro dritto e non mollo di un centimetro!”, ha scritto su Facebook il Ministro.
Di A.C.