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Liguria – Legambiente contro il ´piano casa´ della Regione

Liguria – Netta presa di posizione di Legambiente contro il nuovo piano casa della Regione Liguria. Riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma di Stefano Sarti e Andrea Agostini di Legambiente Liguria, in cui vengono spiegate le ragioni della loro ferma opposizione.

 

“Innanzitutto non è un piano per tutti, ma un piano riservato ai pochi, ai pochi che hanno le risorse per investire in questi tempi sul cemento e che sono sempre gli stessi, gli abusivi, gli speculatori fondiari, i costruttori incapaci di innovazione

Gia’ la finalità enunciata è determinante: la Regione si propone di favorire la riqualificazione urbanistica, paesaggistica e ambientale di manufatti in condizioni di rischio e pertanto incompatibili con le esigenze del territorio. Come si fa a riqualificare edifici incompatibili pensiamo a via Giotto a Sestri Ponente o alla facoltà di Farmacia distesa sullo Sturla e centinaia di simili costruzioni che la legge permetterebbe di demolire , riqualificare e ampliare.

In secondo luogo noi sappiamo come la Liguria , specie quella abusata e abusiva della costa e’ stata costruita infrangendo ogni legge possibile e immaginabile, la colata di cemento è stata promossa senza il minimo rispetto degli standard urbanistici aumentando in maniera abnorme un peso insediativo non sostenibile dall’ambiente circostante e dalle finanze pubbliche.

In terzo luogo si propone una legge che annulla la legislazione esistente in campo di urbanistica, difesa del suolo e patrimonio culturale di fatto esautorando ogni pianificazione in ambito locale eludendo ogni obbligo di verifica preventiva degli effettivi bisogni nelle aree incementabili.

La regione si schiera al fianco di altre, in primis la Sicilia di Cuffaro e Lombardi nel premiare l’abusivismo generalizzato, il sovvertimento di ogni regola collettiva al servizio di interessi speculativi .

E lo fa con una proposta di un assessore all’urbanistica del partito dell’Italia dei Valori in totale dispregio delle sue regole fondanti e dei suoi elettori.

Si introduce il trasferimento di volumi, il famigerato meccanismo che ha permesso il saccheggio di tutte le aree di pregio di Genova con un aumento cementizio fino al 35% in piu’ in sito o in altra area “ in deroga ai piani esistenti (di quelli futuri con questa legislazione è inutile parlare).

E si conferma la logica della colata nell’articolo che fa riferimento alle aree produttive anche qui senza alcuna visione strategica, senza rispondere all’esigenza dell’interesse pubblico, senza alcun vincolo ambientale (che sarebbe di legge) e occupazionale (riproponendo la logica dell’accordo di programma di Cornigliano).

L’obbligo per i comuni di deliberare in tempi non compatibili con le loro strutture tecniche e le loro finanze è quasi una intimidazione, un fucile puntato alla schiena contro ogni autonomia culturale, politica, programmatoria.

Questa legge fara’ passare la Regione Liguria nel novero degli enti pubblici infeudati dagli interessi privati che abbandonano decenni di urbanistica pubblica in difesa, tutela e riqualificazione del territorio verso una legislazione che premierà l’ampliamento indefinito del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, favorendo l’occupazione delle restanti aree libere a scapito del verde, del paesaggio, dell’ambiente.

C’è una questione evidente di conflitto di giurisprudenza: questa legge tutela l’interesse privato, fondiario ed immobiliare negando agli abitanti l’inalienabile diritto al verde, allo spazio pubblico, ai servizi collettivi e a quanto altro serve per migliorare la qualità  della vita e dell’ambiente del loro quartiere,della loro città e del loro territorio.

In questa legge sono assenti (e questo in danno anche degli imprenditori seri oltre che dei cittadini) norme che permettano la semplificazione burocratica (che non è elusione) delle norme burocratiche, vincoli stringenti di integrazione tra edilizia ed efficienza energetica (come in atto in tutta Europa) con grandi ricadute ambientali , occupazionali ed economiche.

Per questo e per molto altro noi chiediamo il ritiro di questa legge e l’approntamento partecipato di una legislazione del territorio che riporti la Liguria in equilibrio con la piu’ avanzata legislazione europea”.

 

LEGGI ANCHE: Liguria – La Regione modifica il ´piano casa´: esteso alle attività produttive

 

 

 

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