Viterbo – La vicenda ha origine nel 2004, quando la Procura di Viterbo segnalò il reato di “associazione a delinquere finalizzata a reato tributario” nei confronti dell´amministratore e del rivenditore auto di un autosalone di Tuscania.
Secondo l´accusa, il reato consisterebbe nella organizzazione della ben nota “Truffa Carosello”, un sistema che consiste in un accordo segreto fra rivenditore straniero e acquirente italiano, che scelgono l´appoggio di una società straniera, tecnicamente definita “cartiera”, la cui funzione è di emettere fatture senza versamento IVA.
Il legale della difesa ha risposto che il reato è tutto da dimostrare, dal momento che l´amministratore della “Auto 3 srl” non può assolutamente essere indicato come responsabile del raggiro.
A quanto sembra, i documenti contabili della azienda coinvolta non mostrerebbero irregolarità. Risulterebbe infatti che la “Auto 3 srl” avrebbe versato regolarmente l´IVA ed emesso regolari fatture per le automobili vendute. La seduta del tribunale che si sta occupando del caso è stata aggiornata per dare modo alle parti di visionare l´intera prativa e tutti i verbali.