La Spezia – Da Porta di Sion a mediatrice per la pace internazionale e il dialogo tra religioni e culture. La città della Spezia si prepara a ospitare, dal 20 al 23 ottobre, la decima edizione del Premio Exodus, quest’anno assegnato a Shirin Ebadi, prima donna iraniana e musulmana insignita con il Nobel per la Pace. Per La Spezia è la conferma di un ruolo di mediazione culturale che affonda le radici nella storia del secolo scorso. Tra il 1946 e il 1948, la città divenne il punto di riferimento per i profughi ebrei dei lager nazisti, desiderosi di raggiungere la “terra promessa” palestinese. Dal suo porto salparono molte navi verso est, al punto che ancora oggi sulle cartine israeliane la città viene indicata con il nome di “Schàar Zion”, la Porta di Sion. Una di queste imbarcazioni, la più grande e la più famosa, si chiamava Exodus. Oggi che la questione mediorientale appare ancora lontana da una risoluzione e che nuove tensioni di natura etnica si diffondono in tutto il mondo, compreso quello occidentale, dalla Spezia salpa una nuova speranza di pace, dialogo e convivenza per il Mediterraneo. Una speranza che ha il volto sorridente di Shirin Ebadi, avvocato e pacifista iraniana, Premio Nobel per la Pace nel 2003, fondatrice dell’associazione non governativa Society for Protecting the Child’s Rights, scelta dagli organizzatori del Premio Exodus come vincitrice della decima edizione. Ma una speranza che si respira in tutto il ricco cartellone di eventi che accompagnano la consegna del premio: quattro giorni di dibattiti, testimonianze, incontri con le scuole, proiezioni cinematografiche, installazioni multimediali, sempre all’insegna della riflessione interculturale e del confronto civile tra società, idee e religioni. “Numerosi saranno gli ospiti di rilievo”, spiega la giovane direttrice artistica Francesca Valeria Sommovigo. “Dalle testimonianze dirette di Liliana Segre, deportata ad Auschwitz a soli tredici anni dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano e di Eva Kor Mozes, una delle pochissime sopravvissute ai terribili esperimenti del dottor Mengele nei campi di sterminio nazisti, per arrivare alla premiata Shirin Ebadi e all’artista Guido Ceronetti”. A Ceronetti, figura fondamentale della cultura del Novecento, sono dedicati diversi appuntamenti, tra cui la mostra Ti saluto mio secolo crudele e un incontro pubblico, la sera del 21 ottobre al Teatro Civico, in cui il poeta, filosofo e scrittore risponde alle domande di un intervistatore davvero speciale: il musicista Vinicio Capossela. Un riconoscimento onorifico viene assegnato a Adolfo Aharon Croccolo, responsabile del culto della Comunità Ebraica della Spezia, mentre tra gli ospiti si segnalano anche il medico ed ex-ministro Umberto Veronesi (protagonista di un convegno la mattina del 23 ottobre, con un intervento sulla “pace come metodo scientifico: antidoto naturale contro ogni esilio”), la giornalista Manuela Dviri Vitali Norsa, il fotoreporter Ugo Panella. L’epopea dei profughi viene ricordata e raccontata nell’installazione multimediale 1014 – Una storia di uomini e numeri, allestita al piano terra del CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia. A rafforzare la collaborazione fra territori e amministrazioni diverse viene l’apertura di gemellaggi con i due più grandi Festival di Cultura Ebraica italiani: Oy Oy Oy di Casale Monferrato e Nessiah di Pisa. La cerimonia ufficiale di consegna del Premio Exodus 2010 è prevista per sabato 23 ottobre alle 17.30, presso il Teatro Civico, alla presenza della vincitrice e dei rappresentanti delle istituzioni locali che sostengono l’evento. “Partendo da una pagina di storia della città Medaglia d’Oro al Valore Civile”, afferma il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, “il Premio Exodus 2010 rinnova la richiesta di convivenza civile tra i popoli, attraverso il riconoscimento dato a personalità che in questa direzione si sono adoperate in tutte le parti del mondo”. “Rappresenta un’occasione cruciale per lo sviluppo di riflessioni di pace”, aggiunge il Sindaco della Spezia Massimo Federici. “Riflessioni capaci di produrre effetti duraturi e a lungo termine verso quelle tematiche che contribuiscono alla realizzazione di progetti concreti per sviluppare culturalmente una rete di solidarietà attiva fra i popoli”.