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Un panorama politico a tinte fosche

Tre voti, tre preferenze che se apparentemente hanno dato ragione, numericamente, al presidente del Consiglio, non danno stabilità al governo. Anzi, gettano il Paese in un rinnovato caos politico.

Con tre voti non si ha una maggioranza parlamentare in grado di dare l´immagine di un esecutivo stabile, sicuro, ferreo, deciso. tre voti che sono il risultato di una “notte di riflessione“? e se ce ne fossero altre, di notti di ripensamento politico?

La questione politica si ripercuote con fragore, mentre alla Camera, dopo il risultato della votazione, l´agitazione si taglia col coltello.

Un risultato che, di fatto, fa salire l´indice del peso politico del Centro dello schieramento. Se Futuro e Libertà passa all´opposizione e tronca definitivamente ogni possibilità di dialogo con il PdL, si affacciano ora alla ribalta Pierfrancesco Casini con l´UdC e Francesco Rutelli con Alleanza per l´Italia, a fronteggiare sia il partito del presidente del Consiglio che soprattutto la Lega Nord di Bossi.

E´ già famoso il commento dello stesso Rutelli all´indomani del risultato alla Camera: “Meglio  arrabbiarsi per un paio di giorni ma poter contare su una concreta prospettiva politica, che festeggiare la caduta del governo, andare alle elezioni e uscirne sconfitti“.

Cosa significa? Semplicemente che, secondo Rutelli, nella politica italiana si è aperto un capitolo nuovo, tutto da scrivere. Significa che, sempre secondo il leader di ApI, se Fini non vuole affondare, gli conviene voltare pagina ed aprire una trattativa con quelle forze politiche le quali possono dargli una possibilità, ovvero UdC e ApI, per contrastare l´alleanza Lega-PdL.

Il nuovo panorama politico di oggi vede quindi da una parte la “maggioranza“ dell´esecutivo, con PdL e Lega, quindi un possibile punto di convergenza di tutti i liberali di centro-destra delusi dal berlusconismo, dall´UdC e dall´ApI, che è appunto il partito di Fini.

Sostanzialmente Rutelli è fermamente convinto che il cosiddetto Terzo Polo sia uscito forte dalla votazione sulla fiducia.

Resta il fatto che il panorama politico è ancora troppo pieno di “se“, di “ma“, di forse“, per avere un quadro definito, specialmente se si considera che esistono ancora troppi parlamentari che potrebbero uscire cambiati dopo qualche “notte di riflessione“.

Che si sia formato un nuovo polo di centro-destra ormai è certo, nel senso che si ha ben chiara la situazione di distacco dei finiani dal Bel Paese di “Berlusconia“, ma da qui a configurare un nuovo schieramento già confezionato ed organizzato, in grado di assumere la nuova veste di ago della bilancia, ci si è ancora un pochino lontano… Specie se si considera che Berluscopni sta seriamente considerando una apertura che comprenda l´allargamento della maggioranza, che gli consenta di attirare dalla sua parte il più alto numero possibile di deputati dell´area di Centro. Se succedesse, sarebbe la svolta, ma per fare questo il presidente del Consiglio dovrebbe accettare il rischio di avviare una crisi, seppur pilotata, e di considerare una rielaborazione della legge elettorale.

In questo senso, perfino l´intransigente Bossi sembra abbia accettato la possibilità di considerare una apertura verso i deputati di Centro, eventualmente disposti a passare una notte di penosa e sofferta riflessione per poi saltare il fosso. Ma resta sempre il fatto che l´UdC non ha espresso parere favorevole alla riforma sul Federalismo… Questo potrebbe essere un problema. Come potrebbe essere un problema per Casini quello di accettare una trattativa con la maggioranza, per poi trovarsi le mani legate proprio dallo strapotere della Lega. Chi glie lo fa fare, quando, restando indipendente con lo schieramento di Centro, sarebbe il leader incontrastato, dal momento che Rutelli non ha certo la forza politica per aspirare a tale ruolo? Non per niente, Casini sta chiudendo le porte alle allettanti offerte del PdL e della Lega, e dichiarando come, dopo aver suggerito al presidente del Consiglio le dimissioni, anche dopo la fiducia, per formare un governo in gradi di governare, sottolinea che in caso l´esecutivo non si dimostri all´altezza, non rimane altro che la irresponsabile strada delle elezioni. Sembra quasi che lo stesso Casini, mentre parla di eventuale irresponsabilità in relazione alle elezioni, alla fine potrebbe essere quello che ci va a guadagnare più di altri, in proporzione, dicendo di avere già pronta una alternativa a PdL e PD.

Secondo la logica politica (nulla di più aleatorio, in questi giorni…) l´alternativa non può che essere un´alleanza fra Udc, FLI, ApI ed Mpa. In sostanza, il Terzo Polo. Quel Terzo Polo che non pochi danno come entità inesistente.

E che farà allora il battagliero Di Pietro, che grida a gran voce di volere la meritocrazia mentre non pochi dicono abbia strutturato Italia dei Valori né più né meno come Berlusconi ha fatto con il PdL, rifiutando categoricamente chiunque non si comporti secondo le regole da lui stabilite, senza dare spazio a nessun altro che non sia Di Pietro, e a pochi selezionatissimi “yes-man“?

Si aprirà allora un altro, se mai possibile, ancora più deprimente ed esecrabile, mercato del voto. L´Italia non si merita questo.

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