Viterbo – I carabinieri della compagnia di Viterbo, nel corso di una cerimonia che si è svolta questa mattina presso il Museo Nazionale Etrusco del capoluogo, hanno consegnato i reperti sequestrati lo scorso 12 novembre nella frazione viterbese di Grotte Santo Stefano, rinvenuti durante un´operazione antidroga all´interno di un laboratorio di un artigiano 40enne del posto.
A termine della citata attività di indagine i carabinieri, oltre ad arrestare 4 persone per detenzione ai fini di spaccio di droga, sequestrarono unitamente allo stupefacente anche alcuni reperti di interesse archeologico che il proprietario del laboratorio, appassionato di arte etrusca, nascondeva nel suo laboratorio attendendo di piazzarli sul mercato clandestino.
La consegna dei reperti, disposta dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, dottor Alberto Pazienti, è avvenuta alla presenza del direttore del museo, dottoressa Valeria D´Atri, che già nei giorni scorsi aveva visionato presso il Comando provinciale carabinieri di Viterbo il materiale sequestrato dai militari, ritenendo alcuni reperti meritevoli di approfondimenti diagnostici.
Tra questi, ha commentato la dottoressa D´Atri, congratulatasi con i carabinieri per l´attività svolta, spicca un cratere a figure nere con rappresentazioni fantastiche, di probabile produzione etrusca, ed un particolare unguentario in pasta vitrea, di rara reperibilita´ nei contesti tombali, verosimilmente di produzione orientale. Detti reperti, rinvenuti nei pressi del municipio romano di Ferento (Vt), sottolineano ancora una volta la ricchezza del territorio viterbese, con le sue ampie ed articolate necropoli, da sempre, purtroppo, oggetto di attenzioni illecite.
I reperti ora verranno ulteriormente studiati dagli esperti per poterne con certezza definire l´autenticità e l´origine e distinguere i pezzi autentici da quelli falsi. Infatti è diffusa tra i tombaroli l´abitudine di raggirare i ricchi clienti del mercato nero dei reperti archeologici, proponendo loro vendite di lotti di reperti nei quali sono ricompresi, tra i pochi pezzi di valore, molti pezzi realizzati da abili falsari (Adnkronos).