Milano – Era film, pellicola cult degli anni ´80 capace di travalicare i confini generazionali; e´ diventato musical teatrale per mano della Stage Entertainment ed e´ arrivato, per la prima volta su un palco, ieri sera a Milano. E cosi´ chi ha affollato il Teatro della Luna per il debutto nazionale di Flashdance, ha ritrovato si´ una fiaba senza tempo in quei tratti che l´hanno resa famosa, ma piu´ morbidi, lievemente attutiti per aver reso nazionale una rappresentazione di fatto universale. Il ritmo delle hit, mantenute nella versione originale talvolta soltanto nel ritornello, e per lo piu´ tradotte in italiano, come i brani inediti, ad opera di Franco Travaglio, scritti in lingua nostrana, hanno dato la sensazione di non arrivare ad eguagliare la colonna sonora del film. Se n´e´ perso forse in energia e coinvolgimento e il sogno di Alex, concepito come incantesimo per essere vagamente oltre i confini delle normali potenzilita´ individuali, e´ divenuto, invece, incredibilmente umano cedendo in verve e magia. La stessa Simona Samarelli, che nell´adattamento teatrale prende il posto di Jennifer Beals, ha offerto un´interpretazione pacata, a tratti dimessa, mentre a far esplodere davvero il teatro ha pensato, invece, un´applauditissima Giada D´Auria nei panni di Gloria, che sfoderando una voce dai toni aggressivi e calando il corpo in coreografie (firmate da Gail Davies) perfette per il ruolo ha convinto a piu´ riprese il pubblico che affollava il teatro.
Altrettanto efficaci gli ensemble (eccezionali le presenze della D´Auria con Chiara Vecchi e Daniela Pobega, rispettivamente nei panni delle amiche/colleghe di Alex, Jazmin e Keisha) sottolineati da un uso consistente ma non fastiodioso dei cambi di scena a vista e degli effetti speciali; chi, invece, pare aver mostrato il fianco ad una debolezza interpretativa e´ stato l´altro protagonista, Filippo Strocchi, che ha prestato volto e muscoli all´intraprendete Nick in una riproposizione da principe azzurro in giacca e cravatta. Gli immancabili applausi finali, percettibilmente contenuti, fanno di Flahdance – Il musical, opera apprezzata ma non osannata: complice, forse, il fatto d´aver alle spalle un antenato scomodo, perche´ universale, appunto, e di forza comprovata per aver appassionato piu´ generazioni, che e´ ancora vividamente presente nella memoria e nelle ugole di tutti.