Abbiategrasso (Milano) – Il giorno dopo il ritrovamento del corpo di Cecilia Beretta la comunità di Abbiategrasso è addorolorata e vicina alla famiglia e tutti in paese continuano a dire che non avrebbe dovuto finire in questo modo. Sono ancora diversi i misteri che devono essere chiariti in merito alla morte di Cecilia Beretta, la venticinquenne di Abbiategrasso che era scomparsa da Pavia dove viveva da qualche tempo per frequentare l'università nella notte tra il 16 e il 17 ottobre scorso e che è stata ritrovata morta nel Po nel pomeriggio di ieri visto che l'ipotesi del suicidio sembra essere decisamente da scartare. Certamente la giovane stava attraversando un periodo di fragilità che l'aveva spinta a fare una terapia psiclogica, ma il fatto che il cadavere nel fiume fosse nudo sembra escludere l'idea che lei possa avere deciso di togliersi la vita, ma soprattutto sarà importante chiarire se le segnalazioni di chi l'aveva vista a Milano e a Pordenone pochi giorni dopo la scomparsa fossero davvero attendibili. In attesa che le indagini e l'autopsia possano chiarire meglio la data e la causa del decesso oggi ad Abbiategrasso, il paese di cui era originaria Cecilia e dove la famiglia ha una farmacia, è il momento soprattutto del dolore visto che fino all'ultimo le speranze di poter vedere la ragazza in buone condizioni tornare a casa erano ancora vive.
Poco prima di scomparire, infatti, Cecilia aveva organizzato anche una cena con gli amici per festegiare il compleanno che era in programma pochi giorni dopo e questo non dà quindi certamente l'idea di una persona che volesse abbandonare la famgilia come lei aveva indicato nel biglietto lasciato alla coinquilina dove sottolineava di voler bene ai familiari ma di essere costretta a lasciarli per seguire una persona che aveva conosciuto in treno la cui identità è ancora sconosciuta. Non sono serviti quindi a niente quindi i vari apelli lanciati attraverso trasmissioni come “Pomeriggio Cinque”, “La vita in diretta” e “Chi l'ha visto” proprio perchè Cecilia potrebbe essere morta già nella stessa notte della scomparsa e quindi non poteva certamente sentire il dolore che in molti stavano provando per lei. Tra i luoghi che la venticinquenne era solita frequentare e dove oggi il dolore è particolarmente forte c'è l'Angels Cafè, un bar ristorante dove spesso Cecilia trascorreva le serate in compagnia degli amici e dove lavora come pizzaiolo Lodovik Rushas, 28 anni, tra i destinatari di uno dei biglietti di addio lasciati da Cecilia prima della fuga, in cui la ragazza dichiarava di amarlo, che ha voluto manifestare il proprio dolore per questa tragedia che ha colpito la famiglia Beretta: “Conoscevo Cecilia da tre anni, veniva al bar a trovarci. Un anno fa, ogni tanto, uscivamo con la stessa compagnia. Non sono mai stato il suo ragazzo. Cecilia si era innamorata di me, ma io avevo risposto che, da parte mia, c’era solo amicizia”. Anche se in modo discreto quindi la ragazza sembrava quindi soffrire per questo amore mai sbocciato e non è da escludere quindi che fosse questa una delle ragioni per cui la giovane nell'ultimo periodo frequentava meno il locale: “Non veniva molto spesso, solo ogni tanto – ha raccontato Ludovik -. Quando era qua, Cecilia era sempre un po’ timida, se trovava persone che conosceva, parlava a di un suo amico tunisino, che risiedeva in Tunisia, con cui si sentiva via internet e di cui si era innamorata prima di me”. Individuare questo ragazzo potrbbe quindi essere determinante per le indagini visto che potrebbe essere lui ad averla seguita o ad avere un ruolo determinante ad averla seguita in questa vicenda che ha portato all'epilogo della sua vita, ma per questo probabilmente è ancora presto visto che ora a famiglia vuole pensare soprattutto alla dolcezza di questa ragazza che ora non è più con loro.
