TREIA – Giuseppe Capocchin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori espone la sua visione in occasione del Festival della Soft Economy della Fondazione Symbola tenutosi nel comune di Treia: “Per le piccole città ed i piccoli centri che sono stati colpiti dal terremoto il problema non è solo la perdita di identità, ma anche la capacità di rigenerarsi: la città, il borgo rimangono vuoti se le pietre ed i mattoni non generano economia e sviluppo sociale. Non si tratta solo di ricostruire in sicurezza, perciò non ‘come era, dove era’, ma ‘dove era, meglio di come era’, rilanciando progetti di aree che sappiano coniugare passato e futuro e che abbiano l’uomo al loro centro”. Capocchin sottolinea l’importanza di tenere a mente la visione di una città, come di un borgo che non si presenti solo come la sommatoria di monumenti, piuttosto come una struttura storica, sociale ed economica integrata nel territorio. Per realizzare questo obiettivo sarà necessario attendere dei decenni, durante i quali “solo progetti di qualità espressioni di concorsi di architettura possono garantire”.