Grande isteria per le atrocità dell’ISIS. Certamente molto ben mediaticamente propinate a tutto l’occidente, ma certamente non le prime e non le ultime. Attentati ed altri omicidi eclatanti anche in Italia: tutto è possibile e, come dimostrato dai recenti avvenimenti, difficilmente prevedibile. L’Italia di nuovo in divisa in Libia ? Rischia di far ricordare vecchie storie del passato coloniale che Muammar Gaddafi, puntualmente, per anni, aveva provveduto a ricordare a tutti i libici. Il film con Antony Quinn e Oliver Reed dove Graziani impicca l’eroe Omar Mukhtar è stato trasmesso quasi giornalmente dalla TV di stato libica fin dal lontano1981. Gaddafi, per anni, ha fatto ricordare a tutti i libici le atrocità di guerra compiute dalle forze di occupazione coloniali, e le ha fatte ricordare anche per richiedere quella compensazione dei danni subiti che poi, Silvio Berlusconi, concordava molti anni dopo. Il famoso impegno, sottoscritto a Tripoli e riconfermato con la visita di Muammar Gaddafi a Roma, a costruire l’autostrada costiera. L’autostrada che non c’è. Impegno sottoscritto a patto che Gaddafi la smettesse di festeggiare la liberazione dall’ Italia colonialista come una giornata destinata ad alimentare i vecchi rancori. Perché l’Italia è presente in Libia con un paio di miliardi di euro di investimenti e con installazioni assolutamente strategiche. Dalla costa libica partono il gas ed il petrolio destinati all’ Europa. In definitiva solo l’Egitto da una parte e la Giordania dall’altra possono agire, ideologicamente liberi, sul suolo libico. L’Italia ed il resto dell’Europa può solo assisterli e ben rifornirli e forse magari, un domani, fare anche una politica militare “alla francese”.. La Francia, con la Legione Straniera, è un’ottima maestra nel campo specifico, fin dal lontano 9 Marzo 1831. Magari iniziando, appunto, a proteggere quei diversi di miliardi di euro, tutti europei, di installazioni strategiche che compaiono fra una duna e l’altra. E chissà che, fra una duna e l’altra, non compaia anche qualche fantasma dei Regi Corpi delle Truppe Coloniali. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com