Brescia – Sono tantissime le persone che ormai da tempo si sentono ormai stremate dalla crisi e da questa situazione non sono esclusi neppure gli imprenditori che faticano a gestire le spese richieste per la gestione della loro attività ed è per questo che in molti casi si ritrovano addirittura a chiedere aiuto agli usurai. Si tratta di un problema che conosce bene anche R.P, 58 anni, imprenditore di Medole (Mantova), che è riuscito a uscire dalla trappola che avevano studiato per lui gli usurai denunciando alla giustizia quello che gli era accaduto chi a suo dire lo trascinava a fondo, un avvocato del foro di Brescia, Renato Pulcini, classe 1953, al quale l’imprenditore si appoggiava per l’attività.
Il 24 febbraio al legale e altre due persone, l’aggiunto Fabio Salamone e il pm Roberta Amadeo, hanno notificato un avviso di chiusura indagini per, a vario titolo, usura, tentata estorsione e minacce.
L'imprenditore così ha ora deciso di non nascondersi più e di raccontare la sua storia con la speranza che possa essere davvero di aiuto a qualcuno visto che il problema che si è trovato ad affrontare lo conoscono bene in molti e potrebbe servire quindi a evitare i tanti casi di suicidio che nell'ultimo periodo ci siamo trovati a dover segnalare. A causare i problemi all'imprenditore mantovano, infatti, è stato proprio l'avvocato, conosciuto nel 2008, visto che il legale sapeva bene le difficoltà di liquidità di cui lui soffriva ed è grazie a lui che ha iniziato a entrare in contatto con le “persone giuste” che però non gli hanno solo prestato i soldi, ma hanno preteso interessi cresciuti in modo impetuoso.
L’accordo tra i due si concretizza a dicembre 2011, nello studio dell’avvocato. R.P può tornare a casa con 150mila euro, a patto che la restituzione avvenga con un interesse del 40% annuo in pochi mesi. L'imprenditore arriva quindi a restituire “solamente” 34 mila euro e così in breve si trova a far fronte ad avvertimenti e minacce che gli impediscono di guardare in modo sereno a quello che lo attende, ma in autunno la situazione precipita ulteriormente: per rientrare dal prestito l’avvocato si è intestato il credito sottoscritto da un complice e ha fatto scattare un decreto ingiuntivo nei confronti del mantovano e della società, oltre a un’istanza di fallimento per l’azienda di proprietà della compagna dell'imprenditore. Grazie alla denuncia però la Procura si è messa di mezzo e ha ottenuto una sospensiva dei pagamenti in modo tale da a salvare la casa, parte dei capannoni e almeno la ditta della fidanzata, ma soprattutto è tornata la forza di ripartire nonostante una bruttissima esperienza.