Parigi – La tensione fra Occidente e Iran sta subendo in queste ore un escalation a causa della decisione delle banche francesi di bloccare tutti i conti correnti di aziende che commerciano nel settore petrolifero da e per l'Iran. E' la prima volta, negli ultimi sei anni, che si giunge ad una decisione drastica con l'applicazione di tutte le sanzioni possibili previste dalle Risoluzioni ONU, e addirittura in tempi più rapidi di quanto si fece qualche anno fa in occasione della guerra contro Saddam Hussein. Non pochi sospettano dietro la decisione degli istituti di credito transalpini, una sottile (ma neanche tanto) ispirazione da parte israeliana.
Le somme sui conti sequestrati e bloccati non sono esigibili fino a decisione da prendere in merito. Intanto si è venuto a sapere che anche le aziende e le cooperative che si occupano dell'importazione di datteri e alimenti vari da colture biologiche iraniane si sono visti chiudere i conti con conseguente avvio delle procedure di sequestro, mentre containiers pieni di materiali ed alimenti rimangono bloccati nei porti intermedi.
Ufficialmente l'embargo totale è in vigore da 48 ore, e per la prima volta negli ultimi 30 anni, dai confini dell'Iran non uscirà più nulla legalmente, cosa che inevitabilmente causerà una impennata di contrabbando e mercato nero. Né è dato sapere quanto durerà la situazione, mentre è ben prevedibile l'effetto che tale decisione avrà sui mercati internazionali.